Spesso i miei pazienti nel periodo delle feste mi portano dolci, come la mantovana ( che poi mantovana non era..) oppure vino o olio fatti da loro per ringraziarmi, e mi fa molto piacere perchè è una gesto antico che si sta perdendo e che invece racchiude una gratitudine genuina che consolida un rapporto che fra medico e paziente, almeno per me deve essere professionale, ma mai asettico.
Questo dolce lo ha fatto la moglie di un mio caro paziente, un paziente che quando era bambina e mi alzavo per andare a scuola, vedevo andar via tutte le mattine presto, dal vetro gelido della finestra di cucina di mia nonna, dritto e ben vestito nella sua divisa da ferroviere.
Sono passati di gran carriera 30 anni tondi e me lo sono ritrovato in ambulatorio, inevitabile non ripensare a quelle mattine o ai pomeriggi che la nonna passava con le altre donne del vicinato a fare l'uncinetto mentre io giocavo e dove a volte si fermava a fare due parole anche sua moglie.
Una coppia unitissima, gioviali, sempre gentili, educati e sorridententi, adesso hanno quasi ottant'anni, ma sono rimasti come me li ricordavo.
E così prima di Natale sono arrivati con questo dolce che conquista al primo morso e non ho potuto fare a meno di chiedergli la ricetta che subito è arrivata, grazie Giuliana per questa delizia!